29.3.10

Campana a morto

Quest'uomo sta vincendo. Non posso crederci. Giusto per sfottere chi l'ha votato, ecco qua in una posa da vero vincitore: non ditelo in giro, ma l'ha rubata alla (s)Carfagna.


Se tutto dovesse finire come sta andando, beh...ci aspettano tempi di merda.

Dov'è Robin Hood? Dov'è?

Piccola aggiunta: questa volta potrò liberamente lamentarmi della regione a partire da...ADESSO.

25.3.10

Monologo

Questa è la terra del prendi-ciò-che-vuoi.Anarchia vuol dire "senza capi"; non "senza un ordine".

Si ha con l'anarchia un'età dell'ordnung di un ordine vero,

ossia di un ordine volontario.

Questa età dell'ordnung avrà inizio quando il folle ed incoerente
ciclo del verwirrung

di queste notizie il suo corso avrà compiuto.

Non è anarchia questa, Eve.














V for Vendetta, Alan Moore and David Lloyd

24.3.10

Primavera ed altre novità

La mia ingiustificabile assenza si è protratta per troppo tempo.
A giustificarla, i motivi più vari: principalmente la colpa và all'università che, al contrario di quanto pensassi, sta richiedendo troppo sforzo. Meno male che, nel tempo libero, torno ad esser un pelandrone.

Parlando di cose serissime, è finalmente primavera.
Ora, sinceramente, la primavera è la stagione che apprezzo di meno. L'estate significa vacanza, mare, pomeriggi in giro lunghissimi. L'autunno significa il primo freddo, il rientro e quel piacevole tempaccio malinconico. L'inverno lo adoro perché c'è Natale che è il momento più bello dell'anno. Poi il freddo, piacevole, e tante altre amenità come il passare la domenica a giocare ad Halo o leggere in poltrona col gatto vicino.

Ma la primavera...cos'ha di speciale questa stagione? Non posso godermi il dolce dormire di Aprile per lo studio, c'è Pasqua che è la festa più odiosa dell'anno e poi non so che altro. Semplicemente, non amo la primavera.

Non c'è molto altro da raccontare, la vita scorre tra alti bassi e vie di mezzo - che sono le più numerose. Ho acquistato un nuovo cellulare ma ne parlerò poi, assieme ad una cosuccia che ho in mente dal week-end parigino...

21.3.10

Astarte

Un'ora. Non oltre vi accompagnerà e vi cullerà questo sogno di Andrea Pazienza.

La sua ultima storia, la storia di Astarte, è un'onirica visione dell'autore stesso: il mastino Astarte, appartenuto ad Annibale, lo raggiunge per narrargli una storia. La sua storia.


Seguono una serie di pagine: lo splendore di Cartagine, una guerra glorosioa ed un viaggio destinato a risplendere nell'immaginario di ogni uomo. L'umanità della bestia che narra la bestialità dell'umanità è solo uno dei temi che, come sempre, l'artista italiano tocca e ci permette di assaporare.

Purtroppo, come dice nella sua prefazione Roberto Saviano,
Storia di Astarte è un sogno dal quale ti svegli di soprassalto. Un sogno solenne dal risveglio brusco. Leggete il fumetto e poi ditemi se non è così.

Lodare Paz è...banale e scontato. Ma il problema è che non è possibile non riuscirvi: tacere di fronte alle emozioni provate durante la lettura non è possibile.

Magnifico. Epico. Stupendo. Astarte è...un'opera d'arte o, citando di nuovo Saviano,
è un sogno classico, di quelli che quando ti svegli ti senti al centro dell'universo.

PS: idea geniale quella d'inserire, alla fine del volume, dei frammenti di Polibio, Tito Livio, Plutarco e Cornelio Nepote in merito alla seconda guerra punica. Di fronte a queste cose tu, Dario, fottuto classicista...non puoi non sentirsi fiero di conoscere questi sconosciuti.

18.3.10

Ciò di cui...

...c'è veramente bisogno è qualcosa di nuovo. L'attuale generazione ha bisogno di una devastazione che superi l'apatia dietro cui ci stiamo nascondendo.

La vittoria del consumismo, di cui siamo (in?)consapevoli vittime, è facilmente giustificabile riflettendo sui cambiamenti accaduti nell'ultimo secolo. Il '900 ed i suoi clamorosi eventi hanno ricoperto un ruolo fondamentale nell'evoluzione umana, nella psiche dei nostri educatori (nonni, genitori e professori) e le sue ombre ci hanno condotto sino ad oggi, malgrado una profonda schizofrenia psicologica mondiale.

Alla disperata ricerca di "novità" o, per meglio dire, di terre promesse, l'attuale generazione - i nati a partire dalla metà degli anni '80 fino ai primi anni del 2000 - è costantemente affascinata da miti ed idee già destinati al fallimento. Non è un caso che la tragedia, gli antieroi e l'inesistenza della verità siano i temi principali della letteratura (con questo termine intendo non solo la prosa e la poesia, ma le arti in generale, includendovi anche il fumetto ed il videogioco) che affiancano il trio Sesso, Morte e Ricchezza - presente in ogni periodo di crisi o cambiamento, come evidenzia Petronio nel "Satyricon " o Aristofane nella "Lisistrata".

Purtroppo il fallimento della Vera Rivoluzione, quella nata negli anni '60 e stroncata, secondo Hunter S. Thompson, quando Muhammad Alì/Classius Clay fu sconfitto da Joe Frazier nel 1971. A partire da quel momento, possiamo dire che gli ideali siano stati traditi. Il vuoto che ci attanaglia è descrivibile, secondo me, solo leggendo Cent'anni di solitudine di
Gabriel García Márquez - soffermandosi sull'exicipit del romanzo.

Quella che viene definitiva depravazione e crisi è, in realtà, il risultato dei gravi errori dei nostri predecessori e della mancanza del parricidio edipeo. Eppure anche noi siamo stati accecati: come temeva Stanley Kubrick, la nostra cecità nasce di fronte alla continua esposizione, indesiderata e non ricercata, al male. Attraverso i media, che fino all'avvento di internet sono definibili solo passivi o mediopassivi, siamo stati presenti di fronte a calamità di ogni genere. Il risultato? Siamo abituati.

Arancia Meccanica, se uscisse oggi, sarebbe un gigantesco fiasco: la realtà ha superato di gran lunga la sua raffigurazione. L'ennesimo pezzo di secolo che, come il muro di Berlino, crolla.

Come uscire da questa spirale?
Questa è la domanda e la risposta...la risposta è ciò di cui abbiamo bisogno.

La ricerca della felicità

Ieri sera mi aspettavo di trascorrerla come al solito: un po' di telefono, tanti videogame e letture varie, senza un pizzico di scrittura.

Ed invece, a sorpresa, quegli infilgardi di Canale5 (si, proprio quello schifo della tivvù italiana) hanno proposto una pellicola che mi è piaciuta molto. Beninteso, non credo che si tratti di un capolavoro della cinematografia ma, nelle sue vesti di dramma a lieto fine, ritengo La ricerca della Felicità un film godibile e di qualità.

Una bella storia, da vedere in compagnia. Catartico il finale e lo scoprire che, per di più, la fabula cinematografica è ispirata alla realtà: quello iettatore di Murphy aveva davvero ragione?

17.3.10

Lá Fhéile Pádraig

Un felice Saint Patrick's Day a tutti voi! Bevete una birra e ballate un po' di folk gente!



E non dimentichiamoci del buon vecchio Little John che canzona il malvagio premier Berlusconi principe Giovanni!



Evviva!

15.3.10

Week-end parissienne

Dopo un week-end parigino, direi che è l'ora di parlarne della capitale di Francia.

Parigi ha la fortuna di essere un'icona dell'immaginario collettivo, merito soprattutto di una cura e di una passione per la cultura quasi assente in altre parti del mondo. Giusto per farvi crepare d'invidia pensate che:
  1. Gli studenti parigini studiano al Louvre
  2. Vanno in biblioteca al Centre Pompidou
  3. Mangiano crepp comprate da simpatici creppetari fuori alla Saint Chapelle
  4. Fanno shopping sugli Champ Elysees dove un palazzo = un negozio
  5. Vanno a messa a Notre-Dame, anche se sono atei/agnostici/credenti diversi
  6. La metro arriva in orario e, con 14 linee, arriva ovunque in città
  7. Le coppie possono baciarsi sulla Tour Effeil (ma noi c'abbiamo Dante che è figo)
  8. Dedicata agli amici arabisti: hanno un intero istituto di non-so-quanti-piani dedicato solo allo studio della lingua araba. Con libreria/biblioteca inclusa. Noi abbiamo 2 ore (relative) con Robertina e x ore con Shammetto.
Insomma queste le cose positive di Parigi. Le negative le narrerò con più calma e dovizia di particolari.

Riguardo il resto del soggiorno, sono stato più meglissimo. Merito della noobina, della sua disorganizzazione impeccabile e di altri ameni battibecchi, baci ed altro. Insomma, un bacio a me stesso per l'ottimo regalo: bravo Dario!

E sì, cecì est l'amour.

11.3.10

Ninnananna

Stasera non vi tedierò con le mie riflessioni sulla vita, l'universo ed il suo significato.
Non parlerò, come sono solito fare, di argomenti senza senso o troppo pedanti.
Non vi annoierò con exempla tratti dalla mia personale esperienza. Dirò solo che oggi, anzi ieri 10 marzo 2010, ho vissuto davvero.
 
Ringrazio coloro che hanno contribuito. Vi sarà occasione di narrare, qui o in altri luoghi, della loro importanza.

Ma è tardi, per quattro giorni non ci sarò. Non mi resta che augurarvi una buonanotte.





Camminavo vicino alle rive del fiume
nella brezza fresca
degli ultimi giorni d'inverno
e nell'aria andava una vecchia canzone
e la marea danzava correndo verso il mare
A volte i viaggiatori si fermano stanchi
e riposano un poco
in compagnia di qualche straniero
chissà dove ti addormenterai stasera
e chissà come ascolterai questa canzone
Forse ti stai cullando al suono di un treno,
inseguendo il ragazzo gitano
con lo zaino sotto il violino
e se sei persa
in qualche fredda terra straniera
ti mando una ninnananna
per sentirti più vicina
Un giorno, guidati da stelle sicure
ci ritroveremo
in qualche ancgolo di mondo lontano,
nei bassifondi, tra i musicisti e gli sbandati
o sui sentieri dove corrono le fate
E prego qualche Dio dei viaggiatori
che tu abbia due soldi in tasca
da spendere stasera
e qualcuno nel letto
per scaldare via l'inverno
e un angelo bianco
seduto vicino alla finestra.

8.3.10

Oggi non mi spreco

Auguri, con un po' di ritardo, alle donne. Spero che questa giornata possa servire a qualcosa.

Per il resto, prossimamente vi parlerò brevemente dei miei bagagli, perché parto. Nel frattempo, godetevi questo link ad un articolo di Travaglio sul portale del Fatto Quotidiano: Care pirla, cari pirla.

Semplicemente aggressivo. Ottimo.

Intanto le mie paranoie torneranno a trovarvi moltomoltomolto presto!

7.3.10

Raffredori e Sottomondi

Il week-end è iniziato benissimo e, rispetto al precedente, tutto sembrava filare liscio. La domenica ha rovinato un po' di cose e, soprattutto, ti ha privato di una festa.

Risultato? Sei un po' scocciato e l'occhio ti dà fastidio ogni qual volta ammiri lo schermo del pc. Giochi a DS? No problem. Leggi Topolino Noir o Wired? No problem. Fragghi ad Halo? No problem di nuovo.

Ma, se ti avvicini a quel dannato olandese d'un Filipps 170S, l'occhio sinistro inizia a lacrimare come se avesse visto Ber...decidete voi il resto. Ad ogni modo ero qui per altri motivi, ossia parlar di...
Cominciamo dall'inizio: risparmiate 10€ o, se proprio volete regalarli, andate in un cinema in cui possiate tenervi gli occhialetti. Il 3d sta ad Alice come Bondi sta a cultura.

Due: il film non è un remake del cartoon Disney, non c'entra col libro e...sentite dirò la verità.

Alice non è neanche, come prospettai tempo fa, una scusa per creare Johnny Depp in Burtonland. Alice non è, come il non-essere. Quindi il risultato finale è un voto ben preciso, inasprito dal mio continuo starnutire:
MAH

Meno male che Timoteo Bartone abbia, in passato, fatto film migliori. Come Big Fish ad esempio.

4.3.10

Elektra

Bastano cinque secondi ed un'inquadratura per capire se è un film è bello o brutto?
No! Direte voi. Ed io vi dò ragione e, perciò, vi propongo la locandina del film:

Che film di merda. E dire che non l'ho neanche seguito. Giuro che ho acceso e spento per lo schifo...non ho alcuna voglia di rivivere quest'esperienza.

Questione di Nero

Cala la notte sulla città. Il nostro eroe è vittima dei sintomi della stanchezza ma il sonno, quello gli manca.

Twit-twit dice l'uccellino: "GeekAgend follow you". Un messaggio interessante.

Ma Oneiros, io invoco te e la sublime morte apparente: domani, come sole nuovo, dovrò svegliarmi.

Corrente alternata dà vita ai miei comunicatori. Li spegno ed è subito la fine.

2.3.10

Vintage Games

 

Con un po' di ritardo rispetto al lunedì, giorno a cui solitamente dedico le mie riflessioni letterarie, mi accingo a parlare brevemente di Vintage Games.

Si tratta di un tomo particolarmente interessante in cui i due autori, Loguidice e Barton, discutono dell'influenza che 25 videogiochi hanno avuto sull'evoluzione del medium. Il testo è scritto in una prosa chiara e precisa, le molte immagini a corredo spezzano correttamente la lettura, presentando "fisicamente" ciò di cui si parla.

La scelta dei 25 candidati è, secondo me, giusta e, soprattutto, porterà alcuni sbarbatelli come il sottoscritto a recuperare alcuni capolavori del passato remoto dell'industria. Un gradito approfondimento ed un ottimo esempio di come si scrive un testo equilibrato, senza scadere in futili console war.

Edito dalla neonata Edizioni Raganella e curato da Todeschini e Gaburri, firme storiche di The Games Machine (sì vi ho ricordato l'acronimo di TGM), resta un volume consigliato ai fan ed ai curiosi.

Per me è stupendo e si è rivelato una grande lettura.